Bacche di goji

Forti di un successo che negli ultimi anni le ha viste sempre di più protagoniste sugli scaffali dei supermercati, le bacche di goji vengono ricercate tra coloro che intendono approfittare delle loro proprietà benefiche. In Oriente sono conosciute sin dai tempi più antichi, dal momento che costituiscono un elemento molto importante della medicina cinese, mentre in Europa hanno fatto la propria comparsa di recente. Oggi vengono acquistate per le loro caratteristiche fitoterapiche, mentre le loro qualità gastronomiche sono trascurate.

Perché le bacche di goji sono così richieste?

Ciò che rende queste bacche così richieste è la ricchezza nutrizionale che le contraddistingue: esse, in particolare, non hanno colesterolo, ma presentano i cosiddetti fitosteroli, vale a dire steroli vegetali. Tra questi, quello che si riscontra in quantità maggiori è il beta sitosterolo, che sembra essere in grado di contenere il rischio cardiovascolare in virtù della sua capacità di contrastare l’aumento della colesterolemia. Nelle bacche si può notare un contenuto di carboidrati piuttosto complessi: essi rappresentano i macronutrienti energetici più importanti dal punto di vista quantitativo. Che si tratti di glucidi semplici o di glucidi complessi, hanno un ruolo significativo sul piano dell’apporto calorico globale, che pure è tutt’altro che alto. Più che discreto è anche l’apporto di fibra alimentare. L’indice glicemico è contenuto, così come il carico glicemico: pertanto, anche i soggetti diabetici possono permettersi un consumo moderato.

Le vitamine

Sono soprattutto le vitamine a rendere così preziose le bacche di goji: il riferimento è, in particolare, alla provitamina A, che chiama in causa i carotenoidi, e alla vitamina E, sotto forma di tocotrienoli e di tocoferoli. In entrambi i casi, si tratta di vitamine liposolubili che vantano una preziosa azione anti-ossidante. La vitamina E, in particolare, ha la capacità di proteggere i grassi polinsaturi e di contrastare il meccanismo di ossidazione che coinvolge le membrane delle cellule. Per quel che riguarda i carotenoidi, invece, il loro potere benefico si esercita nella conservazione dell’integrità della pelle e nella protezione del meccanismo visivo.

C’è la vitamina C nelle bacche di goji?

Nelle bacche è presente anche la vitamina C – o acido ascorbico, che dir si voglia – in quantità più che buone. Come noto, la vitamina C è a sua volta capace di garantire una funzione anti-ossidante, e per di più rappresenta un precursore del collagene, che è una proteina molto importante per i tessuti connettivi. La sua presenza combinata a quella della vitamina A e della vitamina E, insomma, si traduce in una valida azione sinergica che offre una protezione eccellente rispetto allo stress ossidativo. Ma non è tutto, perché nelle bacche di goji si registra anche una concentrazione elevata della riboflavina, che non è altro che la vitamina B2: quella che si trova, per esempio, nel latte e nei latticini. Si tratta di una vitamina idrosolubile che è coinvolta in diversi meccanismi di respirazione delle cellule.

Il contenuto di sali minerali: potassio, ferro e calcio

Questi frutti provenienti dall’Oriente offrono anche un apporto importante di sali minerali: per esempio il potassio, che ha effetti dal punto di vista della pressione osmotica e della ritmicità del cuore, ma anche per ciò che riguarda la ritenzione idrica e l’equilibrio acido-base. Questo sale minerale in molte occasioni è necessario per i soggetti anziani e per coloro che praticano sport, ed è fondamentale – tra l’altro – per l’eccitabilità neuromuscolare. Nelle bacche si trovano, poi, il ferro e il calcio: come noto, il primo ha un ruolo decisivo nel trasporto dell’ossigeno nel flusso ematico, anche se per i vegetali la sua biodisponibilità e modesta; il secondo, invece, è importante per le ossa, fermo restando che anche in questo caso il suo assorbimento può essere contrastato dall’azione di fitati e ossalati.

Perché vanno mangiate

Come si può intuire dall’elenco delle sostanze nutrizionali menzionate, queste bacche – se inserite nel contesto di un regime alimentare appropriato – possono offrire numerosi benefici, con un’azione anti-tumorale e anti-aging. Ciò non vuol dire (ed è sempre bene ribadirlo) che mangiando questi frutti non si corra il rischio di ammalarsi di tumore, ma semplicemente che si tratta di alimenti che non sono cancerogeni (e, anzi, combattono l’ossidazione delle cellule), e che offrono protezione nei confronti di alcune malattie del ricambio, come per esempio la sindrome metabolica.

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