TAC cerebrale: tutto ciò che serve sapere al riguardo, cos’è e perché farla

Con il mondo della medicina che ha compiuto passi da gigante negli ultimi decenni, oggi risulta facilissimo alle persone potersi prendere cura di sé stesse e riguardare il loro stato di salute. Medici e pazienti possono contare su macchinari di ultima generazione, sia nelle strutture pubbliche che in quelle private, per poter assistere le persone al meglio, da una parte e, dall’altra, salvaguardarsi da malattie anche gravi.

Grazie ai vari esami possibili oggi, infatti, è possibile individuare con largo anticipo lo stato di una patologia e agire su di essa quando ancora è possibile per poterla neutralizzare, a prescindere dalla tipologia di percorso che si sceglie di seguire. Una delle indagini più diffuse in questo senso è proprio la TAC, ossia la tomografia assiale computerizzata.

Si tratta di una procedura diagnostica di radiologia che, utilizzando i raggi X, è in grado di creare delle immagini in tre dimensioni di aree anatomiche localizzate, allo scopo di poterne comprendere lo stato di salute e l’avanzamento di eventuali malattie. La TAC può essere effettuata in diverse zone del corpo, in funzione delle necessità e del tipo di sintomi che si riscontrano. L’oggetto del nostro approfondimento odierno è la TAC cerebrale, su cui scopriremo tutte le nozioni utili a comprenderla.

TAC cerebrale, di che si tratta?

Parlare di TAC cerebrale o TAC alla testa significa riferirsi sempre ad un tipo di esame radiologico, in grado di fornire immagini dettagliate delle ossa craniche, dell’encefalo e dei vasi sanguigni collegati a quest’ultimo. La TAC alla testa serve, principalmente, ad individuare tumori al cervello o malattie vascolari o infettive che colpiscono l’encefalo.

La TAC alla testa è una procedura di radiologia che implica l’interpretazione dei risultati da un medico radiologo, per l’appunto. Eseguire la TAC cerebrale non è tanto consueto quanto le altre tipologie di esami di questo tipo o, meglio, richiede il rispetto di una serie di requisiti da parte del paziente che non possono essere trascurati prima di prescrivere l’indagine.

Tra le domande più diffuse che vengono fatte antecedentemente alla prescrizione al paziente, infatti, citiamo quelle relative all’assunzione di farmaci come la metformina, la sofferenza a disturbi particolari di recente o problematiche cardiache e vascolari. Oltre a questo, ai pazienti viene chiesto se soffrono di qualche allergia o malattia renale cronica, così come di claustrofobia. Stabilire l’idoneità del paziente alla TAC cerebrale è uno step importantissimo per il successo dell’indagine.

Quando fare la TAC alla testa?

Come già precedentemente accennato, la TAC, a prescindere dalla zona interessata, è un esame molto versatile. Nella fattispecie, la TAC cerebrale può rappresentare un aiuto molto valido nell’individuare le neoplasie benigne o maligne dell’encefalo, gli esiti vascolari ossei ed encefalici di un trauma alla testa, ictus, aneurismi ed emorragie.

Oltre a questo, la TAC cerebrale si occupa dell’individuazione di malformazioni alle ossa del cranio e al sistema vascolare encefalico, così come delle cause scatenanti di problematiche ricorrenti come vertigini, emicranie croniche o variazioni del comportamento. Si tratta di un’indagine utile, poi, nel guidare le biopsie al cervello e cervelletto, nel pianificare la radioterapia per i tumori e per studiare la circolazione sanguigna nel sistema vascolare encefalico.

Altre volte, poi, si opta per la TAC cerebrale con Mezzo di Contrasto. Si tratta di una procedura utile ad approfondire lo stato di salute del sistema vascolare encefalico. Viene, pertanto, utilizzata per studiare la circolazione nell’encefalo di una persona affetta da aneurisma o che presenti una particolare malformazione a livello arteriale e venoso. Abbiamo visto nelle righe precedenti come sia importante che i pazienti rispondano a requisiti specifici prima della Tac. Tra questi, citiamo il digiuno completo da 6-8 ore prima dell’esame.

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