Dove si possono installare gli impianti fotovoltaici
Le critiche che nel corso degli anni sono state rivolte agli impianti di energie rinnovabili in molti casi hanno sfiorato i limiti dell’assurdo: si pensi, per esempio, alle contestazioni dedicate alle pale per l’energia eolica, che avrebbero dimensioni tali da rovinare il paesaggio. Tuttavia, quella che viene garantita è una fonte di energia utile e, soprattutto, multiforme, in grado di adattarsi alle condizioni ambientali più diverse e a ogni tipologia di clima. Grazie a un breve tour in giro per il mondo, abbiamo l’opportunità di scoprire le tante soluzioni che possono essere adottate a seconda del contesto.
Gli impianti fotovoltaici galleggianti in mare aperto, per esempio, sono costruiti su zattere ancorate ai fondali. In un primo momento gli impianti di questo tipo erano stati installati solo all’interno di bacini idrici chiusi, perché si ipotizzava che l’ambiente marino potesse presupporre delle complicazioni superiori, sia per effetto della corrosione salina, sia a causa del vento. Non solo: la distanza delle reti elettriche sulla terraferma e la possibilità di burrasche sono ulteriori fattori che devono essere tenuti in considerazione per progetti simili. Gli impianti offshore, in ogni caso, presentano numerosi vantaggi, sia perché possono avere dimensioni anche considerevoli, sia perché non occupano spazio sulla terraferma e non hanno vincoli in termini di spazi.
Insomma, da un lato si tengono libere le superfici dei terreni, da destinare all’agricoltura o ad altri impieghi; dall’altro lato l’impatto visivo sul paesaggio non viene in alcun modo compromesso. La tecnologia consentirà, nel corso dei prossimi anni, di ridurre le criticità relative alla messa in sicurezza, con riferimento in particolare al rischio di danni che si potrebbero verificare con le intemperie.
Nei Paesi desertici e in Australia, invece, si ricorre ai parchi solari. Là dove i territori sono per la maggior parte disabitati, infatti, è possibile sperimentare i risultati di sistemi energetici alternativi. A Dubai è stato realizzato un parco solare di grandi dimensioni, o – per essere più precisi – una centrale solare a concentrazione, vale a dire una centrale elettrica fotovoltaica che si avvale di sistemi di concentrazione solare per accumulare, sotto forma di calore, la radiazione del sole, in modo tale che essa possa essere convertita in energia elettrica. L’energia termica che si ottiene dall’energia solare deriva da specchi modellati in maniera specifica per sfruttare i raggi del sole che vengono riflessi: essa viene concentrata in direzione di un ricevitore e, in seguito, convertita in energia meccanica con l’ausilio di un motore termico, rappresentato da una turbina connessa ad un generatore elettrico.
La superficie di 300mila metri quadri testimonia i grandi numeri di questa struttura, il Mohammed bin Rashid Al Maktoum Solar Park, che è in grado di produrre ogni anno 28 milioni di kWh, diminuendo le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera di 150mila quintali. In Australia, invece, il parco solare fotovoltaico più grande si chiama Bungala Solar, ed è situato nella parte meridionale del Paese. Si tratta di una struttura da 275 MW che è costata 315 milioni di dollari, e che produce elettricità interamente commercializzata.
Infine, non bisogna dimenticare le soluzioni distribuite urbane e le coperture per tetti. Il ricorso al pannello fotovoltaico sui tetti, in genere, prevede che gli impianti siano installati su coperture che già esistono: i pannelli sono sostenuti da staffe ad hoc che ne garantiscono la stabilità. Si parla, a tal proposito, di impianti parzialmente integrati. Viceversa, gli impianti sono definiti integrati nel momento in cui i moduli vengono posati in modo simultaneo rispetto alla costruzione della copertura edilizia, ma anche quando si rende necessaria la rimozione di una parte del tegolato.
Il fotovoltaico architettonicamente integrato rappresenta una soluzione che viene scelta di frequente nel caso in cui non sia possibile installare sul tetto degli edifici i moduli fotovoltaici per colpa dei vincoli paesaggistici. La modifica della forma del tetto presuppone una miglioria estetica, il che vuol dire che il suo aspetto esteriore non deve essere alterato o compromesso. L’armonia estetica tra il contesto e l’edificio è indispensabile, e a volte ciò può comportare un aumento dei costi.
Con le coperture fotovoltaiche tradizionali, invece, i tetti vengono valorizzati: non solo non rappresentano più un costo, ma meritano di essere considerati a tutti gli effetti delle risorse, che contribuiscono a innalzare il valore degli immobili di cui fanno parte, che si tratti di un’abitazione privata, di un magazzino o di una fabbrica. Le detrazioni fiscali previste in Italia a questo scopo rendono il fotovoltaico ancora più conveniente sul piano economico, e il rapporto tra costi e benefici alquanto vantaggioso.
Gli impianti fotovoltaici ad efficientamento energetico di Kennew, leader nel settore dei pannelli fotovoltaici, sono la dimostrazione di come questa tecnologia sia capace di assecondare le esigenze più diverse e di adattarsi a ogni richiesta, assicurando durabilità e sostenibilità.