Olio di cocco

Ricavato dalla pianta omonima, l’olio di cocco – noto anche con il nome di olio di copra – si caratterizza per un contenuto di grassi saturi piuttosto elevato. Al suo interno si riscontra, in particolare, una dose molto significativa di acido laurico: quest’ultimo è un grasso saturo che favorisce un incremento del livello di colesterolo HDL e di colesterolo LDL nel sangue. Il consumo costante di tale olio è ritenuto potenzialmente in grado di accrescere le probabilità di essere colpiti da patologie cardiovascolari, anche se in determinate circostanze permette di migliorare il rapporto tra le lipoproteine del sangue.

L’olio in oggetto è molto calorico e, proprio per questo motivo,  se lo si usa di frequente per la preparazione o il condimento degli alimenti, non si può escludere un aumento ponderale. Va detto, però, che esso contiene, oltre all’acido laurico, l’acido caprico, l’acido caprilico e l’acido caprinico: si tratta di nutrienti che vengono assorbiti con facilità dall’organismo – i cosiddetti acidi grassi saturi a media catena, e – in quanto tali – costituiscono una preziosa fonte di energia che è subito disponibile.

Come viene prodotto l’olio di cocco

La pressatura della copra è il punto di partenza del processo di produzione dell’olio di cocco; la copra, una volta che è stata pressata, viene raffinata, così da ottenere l’olio. L’elaborazione a secco è il procedimento in virtù del quale si sfrutta una fonte di calore – che può essere un forno, la luce del sole o il fuoco – per estrarre la polpa del cocco dal guscio.

Si ricava, dunque, una polpa dalla consistenza oleosa, che viene trattata con solventi o pressata, in modo tale da separare l’olio dalla porzione fibrosa e proteica: quest’ultima viene riservata all’alimentazione di animali. Un metodo alternativo è rappresentato dal processo a umido: in questo caso non si usa la copra secca ma si fa riferimento alla noce di cocco grezza, e il risultato è una emulsione di acqua e olio. In passato tale emulsione veniva fatta bollire per separare l’olio dall’acqua; oggi, invece, le tecniche moderne presuppongono il ricorso a pre-trattamenti o centrifughe, con l’impiego di elettrolisi o di distillazione a vapore. Occorre tenere conto del fatto che la lavorazione a secco è più efficace di quella a umido, e garantisce una resa superiore di circa il 15%. I processi umidi, per di più, si basano su attrezzature più costose, così come più dispendioso è il consumo di energia.

L’uso in cucina

Le preparazioni culinarie a cui può essere destinato l’olio di cocco sono molteplici: dato che si tratta di un grasso, può essere usato per cucinare al posto dell’olio o del burro avendo la certezza che l’aumento di temperatura non è destinato a generare sostanze pericolose. Gli amanti dei dolci possono montare l’olio a neve, proprio come si farebbe con la panna o con il bianco d’uovo, fino a renderlo spumoso: con la sua consistenza soffice può essere sfruttato per le farciture o per le guarnizioni di dolci di tutti i tipi. Ancora, vi si può fare affidamento per arricchire i frullati, siano essi a base di verdura o di frutta, così da garantire un migliore assorbimento delle vitamine liposolubili.

L’olio – lo ricordiamo – ha la capacità di solidificarsi a temperatura ambiente e, proprio per questo, conferisce alle pietanze in cui viene adoperato la consistenza necessaria.

L’olio vergine

Un particolare tipo di olio che si ricava dal cocco è l’olio vergine, che deriva dalla polpa del frutto o dal latte fresco. La polpa deve essere macinata a umido quando è fresca, per poi essere lasciata ad essiccare e pressata. La polpa fresca, in alternativa, può essere grattugiata ed essiccata tenendo un tenore di umidità superiore al 10%, per poi estrarre l’olio a mano. Quando si adopera il latte di cocco, la polpa – una volta che è stata grattata – deve essere mescolata con l’acqua: il latte viene lasciato a fermentare per circa due giorni, in modo che il composto scaldato permetterà di separare l’olio.

I benefici dell’olio del cocco

Una moderata assunzione di olio ricavato dal cocco può offrire anche dei benefici dal punto di vista della salute: esso, infatti, è un importante nutriente per la tiroide e per le ghiandole surrenali, ma ha effetti positivi anche nei confronti del bilanciamento degli ormoni. Chi vuol perdere peso può consumare un cucchiaino di olio prima di ogni pasto con l’obiettivo di avere più fame e sentirsi più sazio: nell’organismo si producono i cosiddetti chetoni, che favoriscono una diminuzione dell’appetito. Sempre nell’olio ci sono i trigliceridi a media catena, che non vengono conservati nel corpo come grassi dal momento che vengono sfruttati dal fegato in modo istantaneo come fonte di energia.

Contro il mal di gola

Tra i rimedi naturali per i quali può essere usato questo olio, uno dei più efficaci è quello che prevede di mescolarne un cucchiaino in un po’ di succo di limone e acqua calda per ottenere una soluzione che è ritenuta in grado di lenire il mal di gola.

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