Olio di palma

Olio di palma

L’olio di palma è un prodotto vegetale caratterizzato da una presenza consistente di acidi grassi saturi, che sono considerati dannosi per la salute del cuore e delle arterie. Proprio per questo motivo, nel corso degli ultimi anni, si è scatenata una campagna mediatica contro questo olio, che – in effetti – è stato demonizzato più del dovuto, anche per ragioni di marketing: per averne una conferma è sufficiente osservare tra gli scaffali dei supermercati la quantità di prodotti confezionati che riportano in bella evidenza la dicitura “senza olio di palma“, al fine di attirare i consumatori più salutisti.

Che cos’è l’olio di palma?

L’olio vegetale più venduto al mondo è stato oggetto negli ultimi tempi di dibattiti e ricerche. Esso viene utilizzato dalle industrie alimentari per assicurare la lunga durata dei prodotti alimentari, in virtù della sua capacità di limitarne l’irrancidimento. Gli oli di palma, quindi, hanno diversi pregi:

  • favoriscono la conservazione nel tempo degli alimenti
  • mettono in risalto gli aromi
  • contribuiscono a garantire una consistenza morbida
  • proteggono dall’ossidazione

Uno dei motivi per i quali viene contestato il ricorso a questo ingrediente è correlato allo sfruttamento intensivo dei territori in cui viene coltivata la palma da olio. In realtà, però, questa pianta dal punto di vista del consumo di suolo ha caratteristiche migliori rispetto ad altre specie, dal momento che i caschi prodotti da ogni albero possono andare da un minimo di 10 chili a un massimo di 40. L’olio presente nella polpa dei frutti oscilla tra il 45 e il 65% del contenuto. Le palme da olio, per di più, non hanno bisogno di essere irrigate, in quanto per esse è sufficiente l’acqua che proviene dalle piogge tropicali delle aree umide in cui sono coltivate.

A cosa serve

Gli oli di palma vengono usati soprattutto per la preparazione dei dolci perché:

  • hanno una consistenza semisolida
  • costano poco
  • condividono diverse proprietà nutrizionali con il burro

L’industria alimentare, inoltre, lo predilige rispetto ad altri oli in quanto consente di ottenere un impasto morbido e leggero.

I benefici dell’olio

L’olio di palma ha una reputazione negativa soprattutto a causa della percentuale molto elevata di grassi saturi. Tuttavia spesso si omette che si tratta della medesima concentrazione che si riscontra nel burro, il quale certo non viene demonizzato per questa ragione. Anche il burro di cacao, d0altra parte, che è contenuto nel cioccolato e in numerosi dolciumi e merendine, presenta un’alta concentrazione di acidi grassi saturi.

A tal proposito va rilevato che in nessuna delle ricerche più recenti è stata trovata la conferma di un rapporto di causa effetto tra l’assunzione di acidi grassi saturi e l’aumento della probabilità di contrarre malattie cardiovascolari. Non c’è evidenza scientifica, dunque, che l’olio ricavato dalla spremitura dei frutti della palma sia pericoloso per la salute. Anzi, nell’olio in questione è presente l’acido palmitico (in una concentrazione pari al 45%), che è il grasso saturo più presente in un alimento apprezzato ed esaltato da tutti come il latte materno.

Nella nutrizione dei bambini, lo ricordiamo, l’acido palmitico svolge un ruolo fondamentale, così come gli altri grassi saturi, che contribuiscono a fornire energia e sono destinati ai depositi.

Come funziona

Il profilo acidico del prodotto è costituito per il 50% da grassi saturi e per il 50% da grassi insaturi. Gli acidi grassi possono essere considerati come i mattoni che compongono i lipidi.

Sono saturi quelli che non hanno doppi legami nelle catene di carbonio che li costituiscono; sono monoinsaturi quelli che hanno un doppio legame; sono polinsaturi quelli che hanno almeno due doppi legami. Maggiore è la quantità di doppi legami, maggiore è la fluidità del grasso.

Fa male?

Secondo una ricerca che è stata diffusa nel 2016 dall’Efsa (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), questo olio quando supera la temperatura di 200 gradi sviluppa delle sostanze che sono genotossiche a concentrazioni elevate: in altri termini, sono in grado di modificare il patrimonio genetico delle cellule.

Tuttavia la stessa Efsa non ha proposto di mettere al bando tale prodotto, per il semplice motivo che nel contesto di una normale alimentazione non è possibile arrivare alle concentrazioni ritenute dannose per la salute. Per di più, nella stessa ricerca viene messo in evidenza come il contenuto di questo olio nel corso degli ultimi tempi sia calato sempre di più a causa delle modifiche che le industrie del settore hanno apportato ai processi di produzione.

In conclusione è possibile affermare che l’olio vegetale di palma non può essere annoverato tra gli alimenti più salutari di questo pianeta, ma non ha senso metterlo al bando se poi viene sostituito con ingredienti di qualità peggiore o meno salutare (come per esempio l’olio di cocco).

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